COSTIGLIOLE CAPITALE DELLA BARBERA

LA BARBERA DI COSTIGLIOLE D’ASTI

Con 1.160 ettari di vigneto, in crescita del 3,4% rispetto al 2008, Costigliole d’Asti si conferma il comune più vitato della provincia di Asti e il secondo dell’intero Piemonte per superficie coltivata a vite. Lo evidenziano i dati aggiornati al 2024 elaborati dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari – DISAFA dell’Università di Torino sulla base dell’Anagrafe Agricola Unica – Regione Piemonte. Mentre nel complesso regionale le superfici vitate risultano sostanzialmente stabili (-0,4% tra il 2008 e il 2024), Costigliole d’Asti segue un trend positivo e costante, sostenuto da una viticoltura diffusa e da un tessuto produttivo consolidato. Con oltre 300 aziende vitivinicole attive, il comune astigiano mantiene una delle più alte concentrazioni di imprese agricole del settore in Piemonte, a testimonianza di un’economia fortemente ancorata al vino e al territorio.
 
La Barbera e il marchese Filippo Asinari di San Marzano ( 1767-1828).
Il nobile astigiano, una delle personalità più illustri del regno di Sardegna, fu anche un appassionato produttore di vini nei suoi feudi di Costigliole e San Marzano e un intelligente promoter dell’enologia piemontese. Per rintuzzare le accuse che da più parti erano levate contro i vini astigiani, ritenuti di difficile conservazione, e inidonei tanto all’invecchiamento quanto ai lunghi trasporti, nel 1819 l’Asinari ebbe un colpo di genio da fare invidia ai più scaltri pubblicitari di oggi: organizzò una spedizione dei suoi vini a Rio de Janeiro, composta di due botti di Nebbiolo e due di Barbera di Costigliole e San Marzano.
Dopo due mesi di navigazione il vino superando l’equatore  giunse a Rio “..non solo in ottimo stato, ma nella perfetta sua maturità e di squisitissimo gusto…” ; soprattutto la Barbera “..aveva una forza singolare congiunta al profumo ed al colore dei vini più vecchi e celebrati”. Il segreto della riuscita stava soprattutto nell’impeccabile qualità dei vini, ottenuti dal nobiluomo con tecniche razionali e moderne importate dalla Francia. Il lusinghiero successo dell’operazione ebbe un enorme impatto nel mondo vinicolo astigiano e più in generale piemontese, che forse per la prima volta nella sua storia si rendeva conto delle potenzialità dei suoi vini. Già all’indomani dell’evento 55 affaristi astigiani diedero vita ad una compagnia di esportazione, dotata di un ricco capitale di 110.000 lire dell’epoca, con l’obiettivo di introdurre la Barbera d’Asti sul mercato inglese, sfidando il Bordeaux che in Gran Bretagna godeva di posizioni monopolistiche. Non conosciamo l’esito dell’impresa, ma sappiamo che nel corso dell’Ottocento il prestigio della Barbera andò elevandosi costantemente, fino ad allinearsi a quello degli altri vini nobili del Piemonte
 
La prima enoteca
Nel 1844 a Costigliole d’Asti fu costituita la Società degli Enofili di Costigliole , voluta dall’avvocato Felice Fantaguzzi nella sua proprietà Villa San Felice loc. Monte Briccone  con aderenti in tutta l’Astesana, che ebbe il principale merito di fondare la prima Enoteca pubblica della storia. La struttura, definita Laghenoteca ( cioè “biblioteca delle bottiglie”) ospitava 2.500 bottiglie di pregiati vini piemontesi ed astigiani, di cui la Barbera da sola costituiva il 50 %. Ogni bottiglia, come un libro prezioso, era dotata di un numero di riferimento, a cui corrispondeva una scheda illustrativa contenente la sua storia, i dettagli ampelografici, quelli tecnici di vinificazione, e più in generale tutte le informazioni “..che possa desiderare la mente più curiosa di rendersi conto d’ogni cosa.” Tali bottiglie erano a disposizione dei soci, i quali potevano gustarle in gruppo con l’obbligo di stilare un rapporto dettagliato sulle caratteristiche riscontrate, e con l’onere di reintegrarle con altre di pari qualità.  Nel 1848 la realizzazione della ferrovia Torino-Genova apriva enormi possibilità per i vini piemontesi, che avevano finalmente una via d’accesso rapida ed economica al principale porto italiano. Da qui fu soprattutto la Barbera ad alimentare un cospicuo e redditizio flusso commerciale verso il sud della Francia, trascinando in seguito con il suo successo anche le fortune di un altro grande vino astigiano: il Moscato. I successi internazionali della Barbera ne incrementarono ulteriormente la diffusione: a partire dal 1860 si diffonde nelle Langhe, sia pure in maniera cauta, dove, confrontandosi immediatamente con il Barolo ed il Nebbiolo, trova da subito una notevole vocazione qualitativa.
 
Rosso Barbera
Ogni anno a novembre, nelle storiche ed eleganti sale del Piano Nobile, si svolge la manifestazione “Rosso Barbera” che con oltre 200 produttori e più di 400 etichette, provenienti da tutta Italia, propone il più grande banco d’assaggio dedicato al vitigno Barbera.
 
Il consorzio Babera d'Asti e Vini de Monferrato
Il Consorzio, ha sede nel castello di Costigliole d’Asti, svolge attività di tutela e promozione di 13 denominazioni, 4 DOCG (Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri) e 9 DOC (Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato e Piemonte). Rappresenta un totale di 11.500 ettari di superficie vitata.